mestolino N.10
È stato un pomeriggio molto speciale quello del 6 aprile scorso, dedicato ad Enrichetta Beltrame Quattrocchi, nella ricorrenza del suo compleanno. Ci siamo ritrovati con alcuni amici a Roma, alle ore 17, nella Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura. Qui si è svolta la Santa Messa in suo ricordo, seguita da una piccola festa, nella cornice dell’antico chiostro dei Cappuccini. Quello di festeggiare il suo compleanno in Basilica è divenuto ormai un piacevolissimo ed irrinunciabile appuntamento. Il Vangelo di quel giorno (Gv. 3, 16-21) diceva: “chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.”
Don Redi, carissimo amico della famiglia Beltrame Quattrocchi, durante l’omelia ci ha detto: “questo brano sembra fatto apposta per lei. Più passa il tempo e più Enrichetta viene alla luce”. È vero! Enrichetta quel giorno era unita a noi. Collegata via Spirito Santo. È stato il suo regalo farsi “uno” con noi. Non è stato l’unico suo regalo però quella sera! Il più bello ci è stato donato da don Redi, sempre durante l’omelia. Un momento di una conversazione tra loro due sull’amicizia: Enrichetta: “ho qui una cosa per te, è una pagina che leggo sempre molto volentieri, me l’ha fatta conoscere P. Paolino verso le fine degli anni ’70; una pagina tratta da un’opera che allora non era ancora tradotta in Italiano; P. Paolino mi chiese se potevo tradurla dal latino ed è il De spirituali amicitia di S. Aelredo, abate di Rievaulx; entrò tra i Cistercensi dopo essere stato pagdi Malgorzata Anna Janus
gio di corte di re David I di Scozia, più volte sollecitato ad accettare l’episcopato, rifiutò per amore della vita religiosa; fu canonizzato verso il 1200. Tra le sue molte opere, la sua più caratteristica è sicuramente il De spirituali amicitia in forma di dialogo, ti ho preparato la fotocopia.” Riporto il brano letto in questa lieta circostanza: “L’amicizia […] in questa vita mortale non c’è nulla di più santo da desiderare, di più utile da cercare, di più difficile a trovarsi, di più dolce da sperimentare, di più vantaggioso da mantenere. Essa porta frutto nella vita presente e nella futura. Con la sua soavità dà sapore a tutte le virtù, con la sua forza sconfigge i vizi; addolcisce le avversità e ordina gli eventi favorevoli, sicché tra i mortali non ci può essere nulla di gradevole senza un amico. Ma che felicità, che sicurezza, che gioia avere uno con cui poter parlare come con te stesso; al quale non temi di confessare i tuoi eventuali sbagli; a cui non hai vergogna di svelare i possibili progressi nella vita spirituale; a cui puoi confidare tutti i segreti del tuo cuore e affidare i tuoi progetti! Che c’è di più amabile che potersi unire così cuore a cuore a fare di due una cosa sola, senza timore della vanagloria, senza diffidenza ? […] E soprattutto l’amicizia è come un gradino che ci avvicina alla perfezione, la quale consiste nell’amore e nella conoscenza di Dio: così l’uomo, da amico dell’uomo, diviene amico di Dio, secondo quanto dice il Salvatore nel Vangelo “non vi chiamo più servi, ma amici”.
Il 16 giugno 2012, festa del Cuore Immacolato di Maria, Enrichetta raggiunge in cielo i suoi genitori: i beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Giusto un anno dopo che l’avevamo ospitata, con intensa gioia, in Acerra alla festa diocesana della famiglia. Da quell’incontro memorabile nacque in diocesi l’Associazione “Insieme per sempre e per la vita”, ispirata ai Beati Coniugi. Ultima di quattro figli – i suoi primi tre fratelli avevano abbracciato tutti la vita religiosa – Enrichetta fino all’ultimo fu il sostegno e il conforto dei genitori. Dopo la loro morte ella ha avuto, come grande. Enrichetta Beltrame Quattrocchi, ultima figlia dei Beati coniugi Luigi e Maria, prima coppia di sposi elevata agli onori degli altari il 21 ottobre 2001 da Giovanni Paolo II, nacque il 6 aprile 1914. Ha improntato la sua vita alla carità e al servizio degli altri; si è consacrata alla cura dei suoi cari; ha offerto il suo consiglio spirituale a tutti coloro che ne hanno avuto bisogno; ha viaggiato instancabilmente per testimoniare che la santità è possibile e consiste nell’ordinarietà vissuta con straordinarietà. Si è ricongiunta alla sua santa famiglia il 16 giugno 2012, all’età di 98 anni. Il 9 Aprile 2014, nella Curia Arcivescovile di Napoli, davanti al Cardinale Mons. Crescenzio Sepe, ha prestato Giuramento il Tribunale Diocesano al fine di raccogliere le testimonianze “Ne pereant probationes”, sulla candidata agli onori.