La forza e la consolazione delle mie giornate.
Una testimonianza sul valore della preghiera nella Serva di Dio Enrichetta
D a tempo tengo l’immaginetta tanto cara della Serva di Dio Enrichetta nel breviario-messale, che viaggia in borsa con me durante tutta la giornata, non solo come occasione per rivedere con tenerezza la fisionomia di una persona che mi ha voluto bene e ripercorrere in un attimo la preziosissima amicizia spirituale che ho avuto con lei; ma anche perché mi faccia da richiamo quando, presa dalla corsa continua per i molti impegni quotidiani, sottovaluto l’importanza della sosta per la preghiera. Nei giorni mille volte benedetti che Enrichetta ha voluto trascorressi ospite della sua accogliente abitazione, a contatto continuo con lei dal primo sorriso del mattino all’ultimo saluto della sera, mi sono resa conto di come l’appuntamento con le Lodi, la Santa Messa, il Rosario, i Vespri – tutto fraternamente
condiviso con me – fosse per lei sostanza della giornata: non poteva essere diversamente, niente di questo poteva mai mancarle, essendo la base su cui costruire tutto, pensieri e azioni; e anzi ricordo il suo stupore assoluto quando le dissi che, per mancanza di tempo, non era mia abitudine la recita delle Ore Canoniche: con il suo dolcissimo garbo e tanto affetto mi rispose che quello era un punto su cui valeva la pena che io facessi una correzione: era troppo importante perché lo potessi trascurare.
Aveva chiaramente ragione e io non ho mai scordato le sue parole che per anni mi sono risuonate dentro a ripetere il suo santo invito, anche se intanto continuavo a non trovare quel tempo così necessario… .
C’è voluto il suo esempio, mai dimenticato, e il suo paziente aiuto dal Cielo perché finalmente arrivassi ad attuare ciò che ora è forza e consolazione delle mie giornate.
Cristiana Bodria