Ebbi la fortuna di conoscere Enrichetta grazie a mio zio P. Massimiliano e l’onore di ospitarla in casa mia per un lungo periodo. Subito fui colpito quella vecchietta cosi vispa e con gli occhi cosi pieni di gioia e allegria. Fu per me tempo di apprendimento, sia dal punto di vista educativo (era infatti solita darci dei consigli che già da tempo non appartenevano alla nostra “sciatta’ età, cercando di inculcarci quella raffinatezza che poteva appartenere solo ad una persona nobile d’animo come lei), sia dal punto di vista spirituale, dove ci ha arricchito con dimostrazioni di una fede viva e giovane, aperta all’innovazione (ricordo, infatti, le sue ‘videoconferenze ai ritiri spirituali dei sacerdoti) I momenti vissuti con lei sono da me ricordati con tanto piacere, riusciva, infatti, a far sfiorire paure e preoccupazioni delle persone che cercava- no da lei conforto e consiglio con un sorriso. Era da tutti chiamata mamma Enrichetta; credo per la sua età, ma non solo, anche perché proprio come una mamma cercava di guidare tutti i suoi figli in ogni aspetto della vita quotidiana: non con atteggiamento superbo, ma con la sua bontà, riusciva ad essere autorevole ed allo stesso tempo convincente. Concludo ricordando il momento più bello che ha vissuto insieme alla nostra famiglia: l’ultimo giorno di quella gratificante esperienza celebrammo la Santa Messa quotidiana; dopo la Messa, prima di ritirarsi nella sua stanza, consegnò una frase ad ognuno di noi, lasciandoci meravigliati in quanto era come una risposta ad interrogativi che da tempo vagavano in noi e che solo lei, con quei suoi occhietti, era riuscita a leggere nelle nostre anime.
“Ha toccato con mano la mia vita”
Di mamma” Enrichetta il ricordo che avrò sempre di lei è che, nono- stante la sua età, fosse molto acculturata su qualsiasi argomento della vita e nonostante soffrisse per problemi di salute, nei suoi occhi, quando sorrideva, si vedesse sempre una luce di serenità e di pace. Quella piccola vecchietta così tanto arzilla e dolce, rimarrà sempre nel mio cuore perché non si può dimenticare una persona che dava perle di saggezza. Le persone non si dimenticano perché non puoi dimenticare chi ha toccato con una mano la tua vita, vuol dire che Dio voleva che ci incontrassimo: è stato molto importante conoscerla per il mio cammino adolescenziale. Concludo dicendo che mamma Enrichetta sarà sempre un esempio da seguire nella vita.
“Un’azione da vera madre”
Era un giorno qualunque quando la mia vita fu completamente travolta dalla venuta di Enrichetta Beltrame La mia famiglia ha avuto l’onore di ospitarla in casa per un periodo vissuto molto intensamente La figlia dei Beati coniugi Beltrame era una donna estremamente energica per l’età che aveva. pur essendo nata e cresciuta in un’epoca lontana rispetto alla nostra, aveva una mentalità aperta Era una donna amante del Signore, era una fan- ciulla o almeno il suo spirito lo era Di lei ricordo tutto minuziosamente: gli appellativi che dava a mio padre e a mia madre il gigante buono e ‘la santa donna”; a me e a mio fratello esortava di continuare a pregare assiduamente e ad impegnarci con serietà nello studio; infine, alla mia sorellina, nonostante la sua giovane età, raccomandava di rimanere accanto a nostra madre in ogni situazione. Della signora Beltrame ho un ricordo meraviglioso, come se fosse stata la protettrice di casa nostra quella protezione capace di dare solo una madre. Ciò si notava tutti i giorni e un episodio significativo avvenne una domenica durante una partita del Napoli: stavamo cenando insieme ad Enrichetta e io, a malincuore, sedevo rivolto di spalle alla televisione, non riuscendo cosi a seguire la partita; ad un certo punto, guardandomi negli occhi disse: vieni, siediti al mio posto a capota- vola. Rifiutai timidamente ma non volle ascoltare la mia risposta, era un obbligo assai gradito e fui costretto” a sedermi al suo posto. Il mio amato Napoli vinse 2-1 ma l’azione che compi mi fece restare sorpreso…cedermi il posto per vedere il Napoli, un’azione da vera madre! Accennava spesso alla vita quotidiana dei genitori beati. Ricordo molto bene un episodio che mi raccontò, dal momento che non gradivo ciò che mia madre aveva cucinato: quando ero piccolina, una sera non mangiai ciò che cucinò mia madre e lei non mi disse nulla. Il giorno dopo, venni da scuola e tutta contenta chiesi cosaci fosse da mangiare e mia madre rispose ciò che hai mangiato ieri sera poiché qui non gettiamo nulla!” ed io cosi mangia, Il racconto mi portò a pensare al carisma di sua madre e giunsi alla conclusione che solo una donna cosi potesse essere la madre della giovane Enrichetta