La sensibilità artistica di Enrichetta Beltrame
La La figura della Serva di Dio Enrichetta Beltrame Quattrocchi, nata il 6 aprile 1914 e morta il 16 giugno 2012, figlia dei Beati Coniugi Luigi e Maria, riveste un particolare interesse anche sotto il profilo sociologico, in quanto può considerarsi chiave di lettura di un’epoca e di un contesto sociale che, con la sua scomparsa ha contribuito, a mio avviso, a determinare l’odierna barbarie in cui si dibatte e rischia di essere soffocata la nostra civiltà. Pur non avendola conosciuta riesco ad immaginare con facilità – grazie ovviamente alla testimonianza di chi invece ha avuto la fortuna di frequentarla, come in primis un testimone diretto, P. Massimiliano Noviello – in quale clima Enrichetta sia cresciuta spiritualmente e culturalmente. L’alta borghesia benestante, contesto di riferimento familiare, era all’epoca saldamente incardinata in regole etiche, morali e culturali; una classe sociale che utilizzava il rango come fattore di promozione e di guida, per cui qualunque elemento eticamente o moralmente disdicevole era considerato un’aberrazione in re ipsa. Le famiglie prosperavano grazie all’alto senso etico e morale. Fu fondamentale, dunque, l’aspetto culturale incardinato nel medesimo sistema di valori che privilegiava la natura femminile nella sua propensione per le arti. Bisogna arrivare almeno agli anni ’30 del secolo scorso per poter assistere a una più diffusa scolarizzazione delle giovinette che,
secondo l’appartenenza sociale e la personale inclinazione, frequentavano generalmente l’indirizzo magistrale o il liceo classico, in casi più rari. Denominatore comune nel contesto borghese fu per esempio l’educazione letteraria, musicale e artistica: una possibilità che non mancava mai nelle case signorili e costituiva il centro d’interesse della vita sociale e culturale. A differenza della madre Maria che in gioventù suonava il pianoforte – si pensi che Luigi e Maria si erano promessi mentre Maria eseguiva al pianoforte la celebre Sonata op. 27 n. 2 in Do diesis minore “Al Chiaro di Luna”-, Enrichetta pur apprezzando le opere musicali era particolarmente interessata al versante artistico. Infatti dopo gli studi classici, frequentò l’Università La Sapienza laureandosi il 15 novembre 1942 in Lettere Moderne, con specializzazione in Storia dell’Arte, suo grande campo d’interesse e d’insegnamento. In questo campo si dedicò, con competenza e passione, ad esaltare il “Bello” e a valorizzare soprattutto lavori d’arte grafica attraverso mostre e pubblicazioni. Un altro tassello si aggiunge al complesso mosaico della personalità culturale della Serva di Dio Enrichetta, ulteriore contributo alla comprensione della gentilezza d’animo di una persona bella prima che Santa.
Prof.ssa Amelia La Rocca